Porta della Conca segna la fine di Via Pascoli, la via alberata della Conca appunto, e in generale del quartiere che, in epoca medievale, era dedicato alle attività di artigianato; a causa della massiccia presenza d’acqua. L’area, incassata nell’avvallamento sotto le antiche mura etrusche, nel 1327 fu inclusa nel tratto murario tra Porta Sant’Angelo e Porta Conca costruito su progetto di Ambrogio Maitani. Porta della Conca nello specifico venne edificata negli anni compresi tra il 1327 e il 1342. Nel corso degli anni ha subito varie modifiche, in particolare nel periodo della ristrutturazione della rete viaria della zona, ovvero durante i lavori di rifacimento della strada di San Galigano, nel 1847, e del successivo tratto fino a Fonti di Veggio, nel 1850.
Originariamente era costituita da un arco a sesto acuto ed aveva una maggiore estensione muraria in altezza. Attualmente si presenta come un arco a tutto sesto con la parte muraria ribassata all’altezza di un cornicione rifinito. Sulla facciata rivolta all’esterno della città, prima dell’ingresso in Via Pascoli, l’arcata è inquadrata e protetta da due torri quadrangolari con strette feritoie, alle quali è possibile accedere tramite due piccoli ingressi ad arco a sesto acuto in travertino di origine medievale ancora visibili sul fronte interno della porta stessa. Le due torri sono costruite interamente in pietra calcarea e arenaria così come il corpo centrale. L’arco è impostato su piedritti realizzati in travertino così come la ghiera, che, invece, nella facciata interna risulta realizzata in laterizio.
Con l’insediamento delle sedi universitarie negli anni Sessanta la zona ha attenuato la sua vocazione agricola riducendo la presenza di orti e vegetazione.
Ancora oggi Porta della Conca è considerata una delle principali porte urbiche della città, riservata al transito degli autoveicoli oltre che dei pedoni. Consente l’uscita dal centro storico e la possibilità di dirigersi verso la stazione di Fontivegge.

A livello strutturale si presenta in buone condizioni. Nello stipite sinistro, interno alla porta, si nota un’evidente mancanza di conci di pietra arenaria; nel prospetto esterno, ai lati, ci sono lievi lesioni in isolati conci di calcare compatto e di arenaria, generati con ogni probabilità da fenomeni di gelo. Internamente la porta presenta un annerimento nella zona del sottarco, costituita in laterizi, e fino a terra in alcuni conci di pietra arenaria adiacenti agli stipiti in travertino dell’arco della porta esterna, anch’essa interessata dalla stessa condizione.
Anche il paramento sopra l’arco presenta il medesimo annerimento localizzato in delimitati punti, oltre che in corrispondenza della trabeazione ionica soprastante. È probabile che la causa principale di questo stato generale sia da imputare alla presenza di acido carbonico nell’atmosfera che, unito all’azione della nebbia e dell’acqua piovana diretta e ruscellante, ha favorito la sua disposizione nel materiale.
La facciata esterna risulta, invece, meno colpita presentando questo stato prevalentemente negli stipiti in travertino, specialmente quello destro.
Le fasi operative dell’intervento previsto sono:
• Trattamento preliminare a secco con pennellesse, spatole ed aspiratori per rimuovere così i depositi superficiali di guano.
• Trattamento protettivo riservato alle zone in pietra arenaria.
• Due operazioni di disinfezione mediante biocida da eseguirsi a distanza di 7-10 giorni l’una dall’altra.
• Disinfestazione con applicazioni localizzate di biocida nei punti dove l'attacco biologico risulta più aggressivo.
• Stuccatura in corrispondenza delle lastre sconnesse e microstuccatura localizzata nelle fessurazioni.
• Operazione di pulitura con impianto di idropulitrice ad acqua calda e bassa pressione.
• Pulitura chimico-fisica mediante impacchi di polpa di cellulosa e successiva estrazione dei sali solubili attraverso l’applicazione di acqua demineralizzata in sospensione con carta assorbente e/o similari in corrispondenza delle zone in cui sono presenti le croste detritiche e le patine più estese.
• Pulizia meccanica generale con strumenti di precisione.
• Rimozione stuccatura in cemento e successiva macrostuccatura.
• Integrazione di parti mancanti.
• Riadesione di scaglie sul travertino e sui laterizi.
• Trattamento finale di disinfestazione mediante biocidi a lento rilascio per prevenire la formazione di micro e/o macroflora.
• Revisione cromatica finale.
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