Il monumento ai caduti del XX giugno è uno dei simboli più emblematici e potenti della resistenza di Perugia e del suo contributo alla causa dell’Unità Nazionale e all’antifascismo.
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Eretto per celebrare i caduti contro le truppe mercenarie di Papa Pio IX nello scontro del 20 giugno 1859, il monumento sorge dirimpetto all’ingresso ai Giardini del Frontone ed è stato inaugurato nella ricorrenza del cinquantenario del 1909 e celebrato coniando una medaglia e stampando una cartolina (oggi conservata nell’Archivio di Stato di Perugia, negli Atti del Comitato per l’erezione di un monumento a ricordo del XX Giugno 1859). L’opera è dello scultore perugino Giuseppe Frenguelli, del quale si conserva un ritratto all’Accademia delle Belle Arti di Perugia.
Il monumento nasce da un bozzetto dell’artista selezionato da un comitato costituitosi nel 1906, presieduto da Guglielmo Calderini, e al quale parteciparono persino i perugini residenti all’estero, alcuni dall’Argentina. Il coinvolgimento emotivo per la memoria dell’evento fu assoluto e coinvolse l’intera collettività cittadina.
Il monumento, strutturalmente un plinto reggente una colonna onoraria di 18 metri, associa una rappresentazione allegorica, costituita dalla presenza di un grifo, simbolo di Perugia, che schiaccia sotto la zampa destra la tiara papale e sotto la sinistra l’idra a sette teste; al lato opposto si erge un gruppo bronzeo di due soldati, due patrioti, che da soli si rivolgono verso un nemico non degno di rappresentazione e di un posto quindi nella celebrazione assoluta del valore e dell’evento. I due soldati, uno pronto ad aprire il fuoco, l’altro ferito dal nemico, sono la rappresentazione plastica del sacrificio e della dedizione della città alla causa risorgimentale. È stato ricostruito che nella tradizione sarebbero un fabbro e un ciabattino, due uomini comuni, del popolo, che avevano scelto di imbracciare le armi per respingere l’irruzione delle truppe del papa. È, quindi, il monumento dell’eroica difesa perugina per eccellenza, non c’è spazio per il nemico, per l’estraneo ai valori.
La fusione del gruppo fu eseguita a Roma nelle fonderie Bongirolami e la pietra del plinto e della colonna proviene da Santa Sabina ed è travertino di Tivoli. Il basamento, in stile classico, con sopra una colonna di ordine corinzio porta in cima un braciere ardente, ulteriore simbolo di sacrificio. Sul plinto si leggono due epigrafi: una dettata da Francesco Guardabassi, l’altra in memoria dei monaci benedettini che parteciparono attivamente allo scontro del 1859 proteggendo i feriti perugini nelle mura sicure del vicino monastero di San Pietro.
Fino al 1937 le botteghe e le case di Borgo XX giugno esponevano un vessillo nero con epigrafi in bianco riportanti i nomi stessi dei caduti. Dal 1937 le commemorazioni dell’evento furono sospese e solo in occasione del centenario, nel 1959, i vessilli commemorativi furono riesposti. Il 20 giugno 1944 le truppe angloamericane entrarono dalla stessa Porta San Costanzo da dove erano passati i mercenari del papa nel 1859 e posero fine al regime fascista anche a Perugia.
Un primo restauro di natura reintegrativa del monumento avvenne tra il 1986 e il 1988 quando furono reinserite la tiara pontificia e l’idra a sette teste, anche se in copia; le originali, infatti, sono andate disperse a seguito della loro rimozione avvenuta nell’intervento del 1929, quando furono sostituite da una pietra e uno scudo per scongiurare qualsiasi possibile riferimento alla massoneria.
Questo luogo è stato scelto da Aldo Capitini per la partenza della prima Marcia della Pace tra Perugia e Assisi nel 1961 e ancora oggi ospita le celebrazioni del 20 giugno.
Conservare un monumento come questo equivale a difendere i valori sui quali si fonda la città di Perugia, significa contribuire al riconoscimento collettivo della libertà e a preservare uno dei simboli più forti della coscienza storica cittadina.
Dall'analisi del monumento risultano delle lesioni verticali lungo la colonna, i giunti fra i travertini sono di piccolo spessore e testimoniano l’accuratezza con la quale è stato condotto il processo di montaggio dei blocchi di pietra. In alcuni casi la stuccatura dei giunti è mancante, in altri la malta presenta fenomeni di disgregazione.
Vi è una alterazione cromatica della pietra e in alcune sezioni del monumento, soprattutto in corrispondenza delle sculture in bronzo, dove si riscontra una patina verde prodotta dal contatto col rame presente nella lega. L'ossidazione del rame, infatti, innescata dall'azione dell’acqua piovana e dal degrado superficiale della superficie metallica, ha portato alla costituzione di residui di rame sulla superficie del travertino, creando così gli aloni di diversa forma e dimensione di colore verde smeraldo evidenti anche all’occhio degli osservatori meno esperti.
Inoltre, si riscontrano patine dovute alla presenza di microflora (muschi e licheni) nella parte bassa del monumento, principalmente nel lato rivolto a nord. Qui il ristagno dell'acqua crea patine ancora attive. Patine nere, dovute alla sovrapposizione dei cicli naturali della microflora e del pulviscolo atmosferico, sono presenti su gran parte della superficie lapidea, formando in alcune zone delle vere e proprie croste scure.
Alla base del monumento vegetano erbe tipiche di ambienti rocciosi (erba vetriola) che devono essere necessariamente estirpate con cura per evitare nuove manifestazioni in futuro.
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L’intervento di restauro è rivolto sia alle parti lapidee sia al materiale bronzo dei gruppi scultorei.
L’intervento di restauro su materiale bronzeo prevede:
Rimozione dei depositi organici (guano).
Rimozione dei sali solubili con spazzole, acqua demineralizzata e tensioattivo (nitrati e cloruri).
Pulitura con impacchi di acqua demineralizzata su polpa di cellulosa.
Pulitura con impacchi di carbonato di ammonio e polpa di cellulosa per la rimozione di croste nere.
Pulitura meccanica con bisturi, vibroincisore e microfrese per rimuovere gli ossidi ferrosi e i crateri dovuti al pitting (termine con cui si intende generalmente la formazione di piccole cavità sulla superficie dovute all’esposizione a condizioni ambientali aggressive, come umidità e inquinamento). In questa fase, ci sarà massima attenzione a non intaccare la patina storica della lega bronzea.
Pulitura dei residui oleici (resine e protettivi) con applicazione di tamponi in successione di solventi organici e inorganici.
Disidratazione e sgrassaggio delle superfici in bronzo con passaggi di acetone ed alcool bianco al 99%. In questa fase viene rimossa ogni traccia di umidità e di sostanze oleose dalle superfici bronzee così da garantire rispettivamente la prevenzione a formazioni di patine e/o corrosioni future e la pulizia profonda di eventuali residui.
Trattamento delle superfici in bronzo con inibitore di corrosione benzotriazolo. Il benzotriazolo proteggerà le superfici impedendo o rallentandone la corrosione, proteggendo il bronzo dall’ossidazione e aiutando a mantenere l’integrità estetica del bronzo.
Stuccatura delle fessure e lesioni con resina poliestere specifica, opportunamente pigmentata con terre per armonizzare l’integrazione ai toni cromatici del metallo.
Protettivo finale con la stesura di due mani di cera microcristallina Soter LC/201 in ragia minerale specifica per la protezione del bronzo. Prima mano a pennello con cera riscaldata, seconda mano tirata con spazzole di nylon e panni di lana.
L’intervento di restauro sul materiale lapideo prevede:
Rimozione delle piante infestanti.
Debiotizzazione della superficie con applicazione a pennello di biocida idoneo e successiva rimozione dei residui con acqua demineralizzata.
Rimozione delle croste nere con l’ausilio di bisturi e di microsabbiatrice con polvere vegetale.
Pulitura della superficie dagli ossidi di rame con applicazione di impacchi di cellulosa e solvente tipo EDTA.
Rimozione delle stuccature degradate fra i conci con l’ausilio di specilli e microscalpelli.
Consolidamento delle parti degradate della pietra con applicazione di silicato di etile tipo RC90 e RC70.
Consolidamento delle lesioni del travertino con micro iniezione di resina epossidica.
Realizzazione di nuove stuccature con malta idraulica e inerti compatibili con il tono cromatico del travertino.
Protettivo finale con silossano.
L’intervento prevederà anche operazioni NON finanziate con Art Bonus tra le quali:
Illuminazione del basamento del monumento con barre led fuori terra linea luce Guzzini (modello Linealuce Lineare fuori terra-Warm White-48 Vdc-L=1501mm- Ottica Wall Grazing Medium 52W 7000lm - 3000K - DALI - Colore: Grigio Compresa di driver di alimentazione).
Smontaggio impianto esistente e distacco linee.
Allaccio nuovo impianto e prove di funzionamento comprese prove illuminotecniche.
Staffe per fissaggio barre led.
Questo intervento è già stato interamente finanziato dal Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili dell'Umbria del Grande Oriente d'Italia.
Clicca per scaricare la relazione in formato pdf:
La donazione online avviene attraverso la piattaforma regionale PagoUmbria che dà la possibilità di effettuare pagamenti tramite Carta di Pagamento o con Bonifico bancario.
Sarà necessario compilare i campi proposti ed compilare il campo Causale del versamento scrivendoci: "ART BONUS Monumento ai Caduti del XX Giugno".
Il bonifico dovrà riportare le seguenti informazioni:
COMUNE DI PERUGIA
Corso Vannucci N. 19 - PERUGIA
P.Iva 00218180545 - C.F. 00163570542
Tesoriere Comune di Perugia
UNICREDIT Spa Corso Vannucci 39
IBAN:IT07D0200803027000029502587
Nella causale del versamento è necessario indicare: «ART BONUS Monumento ai Caduti del XX Giugno» e dal codice fiscale del donatore.