Descrizione e cenni storici

Intervenire in un restauro per il portone di quello che fu il Convento di Monteluce equivale a dare lustro a un pezzo di storia perugina fondamentale.

Il Convento di Monteluce, infatti, fu per secoli uno dei centri religiosi femminili più prestigiosi della città. Sorge al di fuori del perimetro murario ed è unito alla città medievale tramite Via Cialdini.

La Chiesa e il Monastero di Santa Maria di Monteluce furono costruiti nel 1219 grazie alla donazione di un pezzo di terra da parte del Cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX, ad un gruppo di donne che vivevano secondo il modello etico di Chiara d’Assisi. Nel 1284, per volere di papa Martino IV, fu oggetto di un primo progetto di ampliamento e di decorazione e un secondo intervento strutturale risale alla prima metà del Trecento.

Nel 1448 un gruppo di Clarisse provenienti dal riformato Monastero di Santa Lucia di Foligno scelse di trasferirsi a Monteluce dando origine in questo modo ad un rinnovato e originale fermento religioso che investì la vita culturale del monastero stesso.

Oggi il convento appare in maniera radicalmente diversa rispetto all’assetto strutturale d’epoca medievale. L’aspetto attuale si deve ai vari rifacimenti e trasformazioni novecentesche. La funzione di monastero, infatti, cessò nel 1910, anno in cui iniziarono i lavori di edificazione del nuovo Ospedale di Santa Maria della Misericordia che nel 1927 fu traferito in questa sede. Per questa rifunzionalizzazione il monastero di Monteluce fu radicalmente trasformato in termini strutturali. Dell’antica struttura è rimasto l’edificio adiacente, che comunque divenne sede del pronto soccorso. Le Clarisse lasciarono Monteluce e si trasferirono dunque a Sant’Erminio.

Dal 2000 al 2009 l’ospedale di Perugia è stato gradualmente trasferito nella periferia di San Sisto. Conseguentemente, l’ex convento di Monteluce ospitò uffici comunali e divenne zona residenziale. La piazza del monastero ha assunto il nome dell’ultima badessa, Cecilia Coppoli.


Portone dell'ex convento di Monteluce

Il portone oggetto di restauro si trova in corrispondenza della facciata della chiesa ed è l’accesso principale dell’ex convento. L’apertura risale al 1415 e ha ad oggi la tipica morfologia del portale medievale: arco a tutto sesto con fasci di colonnine negli strombi. Il portone è in legno di conifera e presenta all’esterno, nell’intersezione delle assi, elementi decorativi metallici.

Le singole ante presentano pannelli bugnati e al telaio strutturale sono fissati robusti organi metallici di movimentazione e di chiusura.

L’opera versa in pessimo stato di conservazione. Da anni non ha un’efficiente verniciatura protettiva e per questo la superficie esposta agli agenti atmosferici risulta inaridita e localmente inconsistente. Sono evidenti estesi ammaloramenti delle assi della parte bassa, peraltro già oggetto di passate sostituzioni. I pannelli bugnati presentano larghe fenditure e mancanze.


Interventi

È previsto un intervento di restauro approfondito e completo che abbia come scopo la restituzione all’opera del suo corretto funzionamento e della protezione necessaria a far fronte agli effetti dell’esposizione perpetua agli agenti atmosferici. Occorre ristabilire la compattezza dei suoi elementi costitutivi e costruttivi per evitare che ulteriori infiltrazioni di acqua attraverso le fenditure possano danneggiare la struttura nel suo complesso.

L’intervento di manutenzione del portone ligneo, da eseguirsi sul posto, consiste nelle seguenti faci operative:

Rimozione di polveri o depositi incoerenti con pennelli ed aspirapolvere.

Rimozione delle vernici deteriorate per mezzo di levigatura con finissima lana d’acciaio e con l’ausilio, ove necessario, di solventi volatili.

Rifinitura della rimozione di depositi induriti con l’ausilio di strumenti meccanici manuali quali spazzolini, bisturi o altri utensili.

Applicazione di biocida a pennello per trattare o prevenire attacchi di parassiti del legno.

• Applicazione ove necessario su lesioni o lacune di inserti dello stesso legno.

Stuccatura di piccole lesioni.

Velatura con colori a base di terre di eventuali discordanze cromatiche.

Trattamento protettivo finale eseguito a pennello con prodotti specifici, individuati previa campionatura.

Verifica degli organi di chiusura e movimentazione.

Ricostruzione di chiodature esterne mancanti con la medesima forma delle originali;

Trattamento protettivo delle parti metalliche per prevenire l’ossidazione.

Resoconto economico

Erogazioni ricevute: € 3.592,00

Valore stimato dell'intervento: € 26.000,00

Erogazioni ricevute: € 3.592,00

Situazione al 30 dicembre 2024

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