L'acquedotto medievale rappresentava nel XIII secolo un vero e proprio simbolo della potenza e della ricchezza della città di Perugia. Al di là della necessità di risolvere un problema di approvvigionamento idrico, questo infatti era una sfida tecnologica, un modo per recuperare e migliorare tecniche e conoscenze dell'epoca antica per metterle al servizio della nuova città europea che stava conquistando nuove espressioni artistiche, tecnologiche, sociali e politiche. A compimento e a celebrazione dell'acquedotto è stata posta la Fontana Maggiore, ancora oggi simbolo della città di Perugia.
I lavori per la costruzione dell'acquedotto iniziarono nel 1254 e, dopo un'interruzione di vent'anni, si conclusero nel 1278 quando l'acqua zampillò per la prima volta dalla Fontana Maggiore.
I problemi da affrontare non furono pochi, soprattutto a causa della posizione elevata della città di Perugia. Una volta individuato il punto di approvvigionamento nel colle di Monte Pacciano distante quattro chilometri, si doveva studiare come poter muovere l'acqua in salita, superando gli avvallamenti e le ripide pendenze tra quel colle e la città. La soluzione fu un ardito sistema di vasi comunicanti collegati con una lunga tubatura in piombo che svolse la sua funzione fondamentale per la città fino al XX secolo quando furono trovate soluzioni differenti. Gli archi del tratto urbano dell'acquedotto furono trasformati in un percorso pedonale unico nel suo genere; il tratto esterno invece, situato nella campagna a nord della città, fu abbandonato ed oggi presenta dei ruderi che mantengono tuttavia una valenza monumentale importante.
I materiali utilizzati sono blocchi di pietra calcarea ed arenaria , disposti su filari, con mattoni in cotto misti ai filari e sul camminamento. Qui la pavimentazione è di materiale porfido con muretti in mattoni e copertina in travertino.
A livello strutturale e materico si presenta in cattive condizioni. L'acquedotto presenta lesioni e notevoli distacchi localizzati soprattutto nelle zone tra le arcate in laterizio e la muratura ad opera incerta in pietra. Infatti si notano interventi non recenti di inserimento di catene in ferro. Vi sono numerose erbe infestanti che, con l'azione degli agenti meteorici, hanno dilavato nei giunti delle murature la malta, in alcuni punti anche in profondità creando disassamenti delle pietre e, a volte distacchi, di materiale detritico.
Dal punto di vista dei paramenti murari, sono evidenti micro e macro flora che causa ammanchi di materiale soprattutto a livello dei giunti delle malte, notevoli macroaree di croste nero dovute all'inquinamento locale, ed infiltrazioni di umidità nei paramenti di piedritto e interno arcate, dovuto alla penetrazione delle acque meteoriche dal livello del camminamento.
L'impianto di smaltimento acque meteoriche risulta fatiscente.
L'intervento previsto per il restauro dell'opera consiste nella realizzazione di differenti fasi operative che saranno svolte secondo l'ordine e le modalità riportate.
Realizzazione di un opera provvisionale che eviti cadute di inerti sulla strada, tale struttura sarà realizzata con ponteggio ad elementi prefabbricati , protetto da tavolato ligneo. Verrà posta massima cura affinché l'area libera sulla sottostante via, sia sufficiente al passaggio di qualunque mezzo di soccorso, almeno nelle arcate con sotto la viabilità carrabile, mentre per quelle arcate sulla gradonata, un passaggio pedonale protetto. Tale struttura provvisionale resterà in opera per tutta la durata dei lavori.
Messa in opera di opportuna puntellatura degli arconi. Successivamente si procederà allo svuotamento delle arcate compreso il rinfianco, fino alla messa in luce della struttura portante muraria. Tale superficie verrà poi spazzolata per eliminare polveri e parti incoerenti, e successivamente si procederà alla sigillatura di lesioni eventualmente presenti . Verrà poi eseguito il consolidamento degli arconi mediante realizzazione di cappa in calcestruzzo armato con rete elettrosaldata collegata alla sottostante struttura muraria mediante griglia di perfori armati con barre ad aderenza migliorata.
Verranno ripristinati i rinfianchi degli arconi mediante getto di calcestruzzo alleggerito. Su tale superficie verrà realizzata una ulteriore caldana in cls armata con rete elettrosaldata che dovrà essere opportunamente ancorata alle murature d'ambito.
In questa fase si procederà all'eliminazione di tutte le parti incoerenti e della vegetazione spontanea presente sui paramenti murari anche mediante spazzolatura a mano.
In seguito si procederà al ripristino delle commettiture, sia mediante sarcitura delle lesioni presenti, eseguite utilizzando idonee malte, eventualmente simili a quella preesistente ed eventuale rinzeppatura con scaglie lapidee o di laterizio, sia infine qualora necessario, mediante ricostruzione di porzioni di muratura particolarmente degradata con la tecnica del cuci scuci. In questa fase si provvederà anche a ripulire con acqua a bassa pressione o microsabbiatura, delle zone con macchie nerastre dovute all'inquinamento.
Eventuale protezione superficiale dei materiali.
In questa fase si procederà alla messa in opera della nuova pavimentazione costituita da mattoni o pietra di porfido , il tutto disposto su idoneo massetto di sottofondo.
Al fine di evitare il ristagno di acqua piovana, ed conseguente percolamento all'interno delle murature, verrà ricostruita totalmente l'intera rete di smaltimento delle acque meteoriche, con idoneo tubo in pvc e pozzetti prefabbricati posti simmetricamente rispetto all'asse del percorso ad un interasse di circa 20 metri. Ogni pozzetto di idonee dimensioni verrà chiuso da coperchio in travertino o ghisa, e convoglierà le acque in discendenti in rame posti sui paramenti murari esterni.
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