Descritto come luogo di delizie dal Macinara, ornata da “limoni, lemoncelli, giesomini di Catalogna et altre piante nobilissime”, la Peschiera, all’epoca con un assetto architettonico diverso da quello attuale, era “piena d’acqua col pesce dentro, et in mezzo sotto al portico dentro nel muro vi sta un mostro marino che tiene a mandritta un bastone in mano, et alla sinistra una pietra, e per bocca usciva un raggio d’acqua ”.
Oggi rimane una grande vasca in muratura, sormontata da un muro a nicchioni, bisognosa di restauri riguardanti i materiali lapidei e i paramenti in laterizio, e soprattutto della realizzazione della impermeabilizzazione che consentirà il ripristino della condotta di acqua, che alimenta il circuito.
Inoltre, un nuovo sistema di illuminazione consentirà di valorizzare l’intero complesso.
Dall'esame visivo, la vasca, è alterata dal tipico degrado che aggredisce le opere esposte all’aperto.
Incrostazioni con colorazioni di colore grigio antracite e grigio tenue di lieve entità e di ridottissimo spessore derivate da acqua pluviale percolante sono visibili negli elementi decorativi in travertino. Altro tipo di alterazione superficiale è costituito da fenomeni di efflorescenze soprattutto sul laterizio.
Per quanto riguarda invece fenomeni di alterazione cromatica, si nota un generale annerimento del paramento e degli elementi interni della vasca generato sia da deposito superficiale di polveri e smog sia da un velo costituito da una sorta di patina biologica scura generata dal percolamento delle acque meteoriche e dall’esposizione solare prolungata che ne favorisce l’essiccamento e quindi la maggiore adesione.