Situata a fianco al portone in legno e metallo della Sala della Vaccara, questa porta dalle dimensioni di 2,00 x 1,10 metri risale al XVI secolo.
Vincenzo Danti, architetto che si occupava di ampliare la scala di accesso ai piani superiori del Palazzo la descriveva nei suoi documenti come "la porticella all'incontro che passi via diritto nella Sala dei Notari per vedere il lume innanzi nell'entrare e nell'uscire, massime la sera di notte come anco per levare il pisciatoio che ora si fa innanzi alla detta porta dove i S. si fermano per licenziarsi dal superiore imbrattandosi bene spesso i loro mantelli".
Il manufatto è costituito da un fusto interno di assi verticali, al quale sono fissate le assi esterne mediante chiodatura metallica, disposta secondo un semplice ordine geometrico.
L'opera versa in un pessimo stato di conservazione: ormai da tempo priva di una efficace verniciatura protettiva, la superficie esposta agli agenti atmosferici risulta inaridita e localmente inconsistente. Sono evidenti estesi ammaloramenti delle assi della parte bassa, peraltro già oggetto in passato di sostituzioni. Attacchi di insetti xilofagi e di agenti microbiologici aggravano, specie in basso, le precarie condizioni delle assi, facendo perdere ulteriore consistenza alla materia lignea. Cadute di parti del legno della cortina esterna lasciano intravedere il legno delle tavole verticali del fusto interno, anch'esse in condizioni di avanzato degrado.
Le superfici di legno erano ricoperte da uno strato di vernice completamente deteriorata con presenza di fori di tarlo e numerose lacune principalmente nella parte basale della porta.
L'intervento di restauro della porta lignea è consistito nelle seguenti fasi operative: