La fontana è stata costruita contemporaneamente al completamento della via Lomellina, da parte dell'omonimo legato pontificio Lorenzo Lomellini, che governò la città tra il 1678 e il 1685. Migliorò la strada con varie opere e la abbellì con la costruzione della fontana nel 1682.
La fontana si trova lungo la Via Marzia, addossata al muraglione della Rocca Paolina, ed è probabilmente alimentata dalla stessa vena che alimenta la sottostante Fonte di Sant'Ercolano. Due fregi laterali in travertino ad andamento curvilineo e terminanti con due volute e superiormente una cornice sormontata da stemma ogivale, inquadrano un'iscrizione di marmo in caratteri latini commemorativa della costruzione della fonte e dell'apertura della via Lomellina (oggi via Marzia).
La conchiglia di raccolta dell'acqua non risulta essere quella originaria. Deriva probabilmente da un altro monumento e venne collocata alla fine degli anni '40 (venne collocata lì alla fine degli anni '40) poiché, secondo le testimonianze, durante la seconda guerra mondiale un autocarro germanico urtò la conca mandandola in frantumi.
Il sagrato esterno prospiciente è delimitato da elementi in travertino collegati tra loro da catenelle a delimitare uno spazio di forma trapezoidale.
Dall'esame visivo, la fonte, è alterata dal tipico degrado che aggredisce le opere esposte all'aperto.
Incrostazioni con colorazioni di colore grigio antracite e grigio tenue di lieve entità e di ridottissimo spessore derivate da acqua pluviale percolante sono visibili negli elementi decorativi in travertino, come lo stemma, la trabeazione, la lapide con iscrizione e nella parete in mattoni sotto quest'ultima. Altro tipo di alterazione superficiale è costituito da diffusi fenomeni di efflorescenze localizzate nel paramento in laterizio, sia sotto forma di macchie bianche disposte in isolati punti, sia in maniera più estesa e grave (nella zona in basso sotto la conca).
Per quanto riguarda invece fenomeni di alterazione cromatica, si nota un generale annerimento del paramento e degli elementi in travertino generato sia da deposito superficiale di polveri e smog sia da un velo costituito da una sorta di patina biologica scura generata dal percolamento delle acque meteoriche e dall'esposizione solare prolungata che ne favorisce l'essiccamento e quindi la maggiore adesione. A questo sono poi sovrapposte macchie da flora microbica di colore verde chiaro. Le suddette manifestazioni sono molto sviluppate nella parte alta del paramento, dove le infiltrazioni d'acqua (causate dall'assenza di elementi orizzontali e verticali di canalizzazione delle acque meteoriche) mostrano la zona fortemente soggetta ad umidità.
La conchiglia di raccolta dell'acqua presenta uno scurimento diffuso del materiale per deposito superficiale di polvere, smog e piccoli detriti lapidei. In ultimo è da segnalare un vandalismo recente costituito da una scritta con vernice spray nera nella parte destra del paramento murario in laterizi.
Gli interventi sono stati suddivisi per interventi preliminari estesi su tutta la superficie, interventi localizzati e puntuali sugli elementi in travertino, sul paramento in mattoni ed infine sul sagrato esterno prospiciente.
L'ordine secondo cui sono stati stilati rappresentano l'ordine cronologico delle lavorazioni.
L'intervento preliminare su tutta la superficie consiste nelle seguenti fasi operative:
L'intervento sugli elementi in travertino consiste nelle seguenti fasi:
L'intervento sul paramento in mattoni consiste nelle seguenti fasi:
L'intervento sul sagrato esterno prospiciente consiste nelle seguenti fasi: